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ISSN 2611-8858

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Ser o no ser (de La Manada): esta es la cuestión

All'alba del 7 luglio 2016, cinque giovani tra i 23 e i 28 anni, forti e robusti, consumarono un rapporto sessuale con una ragazza di 18 anni che avevano appena incontrato. I fatti hanno sollevato un enorme allarme sociale e provocato un denso dibattito giuridico per capire se la vittima abbia acconsentito all'atto sessuale o, in caso contrario, se i cinque aggressori la abbiano intimidita per compiere la loro aggressione sessuale di gruppo. Questi fatti hanno portato il legislatore spagnolo a prendere in considerazione la riforma del codice penale, che oggi distingue tra violenza sessuale (compiuta con violenza o intimidazione, artt. 178 e 179) e abuso sessuale (compiuto senza tali mezzi, art. 181), comparabili con la fattispecie di cui all'art. 609-bis del codice penale italiano.

¿Intimidación o prevalimiento? La sentencia de La Manada y los delitos sexuales en España

Il caso "La Manada", un abuso sessuale di gruppo contro una giovane donna durante le feste di San Fermín a Pamplona, ha provocato un grande dibattito nella società spagnola sulla regolamentazione dei crimini sessuali, con manifestazioni di massa e un'intensa mobilitazione femminista. Questo contributo analizza i fatti, la qualificazione giuridica operata nella sentenza di primo grado e le ragioni che giustificano una revisione approfondita di questa materia.

Reconocimiento mutuo, orden público e identidad nacional: la doble incriminación como ejemplo

Il paper si chiede come debba interpretarsi la doppia incriminazione nel contesto del principio del mutuo riconoscimento dopo la polemica sorta nel caso Puigdemont. Nel post si sostiene che i giudici tedeschi, nel rifiutare la consegna dell’imputato, hanno effettuato un’interpretazione erronea della decisione quadro relativa al mandato d’arresto europeo, in contrasto con l’art. 82 del TFUE. L’identità nazionale è il criterio che, secondo l’autore, dovrebbe servire da guida all’interpretazione giurisprudenziale della doppia incriminazione.

El TEDH a vueltas con los black sites

Le sentenze della CEDU del 31 maggio 2018 nei casi Abu Zubaydah c. Lituania e Al Nashiri c. Romania dimostrano ancora una volta, nonostante le loro ripercussioni pubbliche siano piuttosto scarse, la complicità degli stati dell'UE con una politica antiterrorista statunitense in grado di mettere in discussione il divieto di tortura.