Tra guerra e terrorismo: le giurisprudenze nazionali alla prova dei foreign fighters

Nel quadro della controversa questione relativa ai regimi giuridici applicabili alle attività violente tenute all’interno di un contesto di guerra, l’intervento autorevole della Sezione I della Corte di Cassazione aveva consentito di identificare, facendo perno sulla qualifica dei soggetti passivi degli attacchi armati, un “nocciolo duro” di condotte certamente identificabili come “terroristiche”. Il fenomeno dei foreign fighters, collocandosi in una zona grigia ancora non del tutto coperta né dall’elaborazione giurisprudenziale, né tanto meno dalla produzione legislativa, sollecita tuttavia gli interpreti a nuovi sforzi ermeneutici per cercare di sciogliere il nodo dato dalla sovrapposizione in questa materia tra diritto penale nazionale, internazionale e diritto umanitario. Nella perdurante assenza di decisi interventi normativi in questo senso, l’analisi comparata delle decisioni prese dai tribunali nazionali si presenta come uno strumento utile a mappare le emergenti linee guida elaborate dinnanzi a questo fenomeno da parte della giurisprudenza europea.