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ISSN 2611-8858

Temi

Misure alternative alla detenzione

Crisi del carcere e culture di riforma

Il saggio muove dalla constatazione della contraddizione in cui oggi si trova la pena carceraria: da un lato, essa può vantare un’originaria fondazione razionalistica e scientista, che ne ha fatto uno strumento apparentemente irrinunciabile; ma, dall’altro, sono attualmente evidenti i segni di una crisi profonda da molteplici punti di vista, umanitario, ideologico e di efficienza. Siamo dunque dinanzi ad un momento di svolta nella politica penale italiana e le linee lungo le quali potrà evolvere il sistema sanzionatorio corrispondono a premesse culturali assai diverse tra loro anche se non necessariamente alternative. Le possibili direttrici di riforma sono principalmente tre: quella delle misure alternative penitenziarie, quella delle pene alternative non carcerarie e quella della giustizia riparativa. Di ciascuna di esse viene esaminato il rapporto con la “monocultura” carceraria.

Prospettive attuali dell’alternativa al carcere tra emergenza e rieducazione

Il tema dell’alternativa al carcere si è imposto continuativamente nel dibattito penalistico in rapporto, da un lato, ai problemi sollevati dall’ipertrofia della legislazione penale e, dall’altro lato, dalla crisi del carcere con speciale riguardo alla detenzione breve. Lo si ravvisa pure nell’attuale stagione politico-criminale, nella quale – anche per effetto della condanna riportata nella nota sentenza CEDU 8 giugno 2013, Torreggiani c. Italia – traspare l’intenzione di sfruttare le alternative al carcere in chiave deflativa per contenere il sovraffollamento degli istituti di pena (oltre che, in taluni casi, il carico giudiziario), ponendo in secondo piano le istanze tese a valorizzare la capacità rieducativa di tali misure.

La riforma Orlando della giustizia penale: prime riflessioni

Il contributo esamina i tratti essenziali del complessivo intervento di riforma della giustizia penale del Ministro Orlando attualmente all’esame del Senato, che dovrebbe incidere su vari istituti del diritto penale sostanziale – come l’estinzione del reato per condotte preparatorie e, soprattutto, la prescrizione del reato – nonché di una congerie di norme di diritto penale processale, accomunate dalla finalità di rendere più efficienti gli sviluppi procedimentali, anche attraverso una più stringente scansione temporale dei diversi snodi.

Sovraffollamento carcerario e mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie: le alternative al carcere nel diritto dell'Unione Europea.

Il presente contributo evidenzia la centralità dei vincoli di origine sovranazionale nell’ambito del tribolato percorso di riforma del sistema sanzionatorio da mesi in corso. In quest’ottica, dopo aver richiamato il ruolo che il rispetto dei diritti fondamentali gioca ai fini dello sviluppo del processo di integrazione sovrastatuale in materia, ci si sofferma sulle ricadute negative che il sovraffollamento carcerario è suscettibile di produrre nell’ambito della cooperazione giudiziaria. Dopo aver posto l’accento sulle tensioni prodotte dal delicato rapporto tra mutuo riconoscimento e diritti dei detenuti, il lavoro sottolinea però l’importante contributo offerto da alcuni strumenti di diritto dell’Unione europea ai fini dell’elaborazione di standard minimi di tutela e in vista di un accrescimento del grado di fiducia reciproca tra gli attori della cooperazione in materia penale. Da ultimo il contributo si interroga sulla possibilità che le disposizioni di diritto europeo derivato possano favorire le logiche deflattive che ispirano l’azione riformatrice del legislatore italiano e garantire una reale pluridimensionalità del trattamento rieducativo all’interno dello spazio giudiziario senza frontiere interne.