G. Portonera, Antonin Scalia, Torino, IBL Libri, 2022
Tra politica (criminale) e diritto (penale) esiste una stretta relazione, senza dubbio necessaria, ma anche fonte di conflitti difficili da appianare. Lo dimostra anche il diritto penale spagnolo che, dalle prime riforme avutesi nella transizione democratica dopo la morte del dittatore generale Franco nel 1975 fino ai giorni nostri, ha subito profondi e importanti cambiamenti. La soluzione escogitata, dopo molti anni di evoluzione nelle società più avanzate, per assicurare un equilibrio tra politica e diritto, è stata la formula dello “Stato di diritto”. Tuttavia, come in molti altri Paesi occidentali, in Spagna le riforme successive al “Codice penale della democrazia” del 1995 rispecchiano politiche autoritarie informate alle teorie della “tolleranza zero” e del “diritto penale del nemico”. Di fronte a questa realtà non è possibile restare indifferenti o limitarsi a segnalarne l’esistenza
La laudatio del prof. Francisco Muñoz Conde è stata tenuta dal prof. Luigi Foffani il 25 giugno 2018, in occasione del conferimento del IX Premio Internazionale Silvia Sandano, nell’Aula Giulio Cesare del Palazzo Senatorio, in Campidoglio (Roma)
Prendendo spunto da un precedente contributo già pubblicato su questo portale (si veda colonna di destra) in cui sono stati individuati quattro valori della dogmatica italiana, l'autore approfondisce una di queste qualità: la rilevante attenzione alla Parte Speciale. E lo fa utilizzando brani tratti dalle decisive monografie “Inganno ed Errore” (1955) di Cesare Pedrazzi e “Il reato come azione” (1971) di Giorgio Marinucci
Prendendo spunto dal proprio intervento alla conferenza tenuta dal prof. Gabriele Fornasari a Valparaíso il 20 novembre 2018, sulla Evoluzione della dogmatica penale italiana nel XX secolo, l’autore offre un panorama schematico dei caratteri della dogmatica penale italiana, tracciando una relazione con determinati valori idiosincratici. Nella seconda parte, l’autore raccoglie la provocazione di un collega presente al seminario, e abbozza una risposta alla domanda se Franco Bricola fosse un rivoluzionario o un riformatore. La risposta sottende un rinvio a un lavoro di prossima pubblicazione
Il testo ripercorre le principali pronunce in materia costituzionale-penale dell’Associate Justice della Corte suprema statunitense Anthony Kennedy (in carica dal 1988 al 2018). Il peculiare ruolo di giudice “ago della bilancia” (Swing Justice) tra conservatori e progressisti ha fatto si che le sue posizioni dinamico-evolutive nell’interpretazione di alcune clausole costituzionali (cruel and unusual punishment clause dell’VIII em. e due process clauses del V e XIV em.) abbiano controllato le decisioni della Corte, irrobustendo lo statuto costituzionale di garanzia in determinati settori del diritto penale sostanziale (sanzionatorio e penitenziario, in particolare). Il suo avvicendamento con il giudice Kavanaugh, e il consolidamento di una maggioranza conservatrice – si conclude – potrebbe rimettere in discussione molti degli approdi raggiunti, nonché i fondamentali principi di dignità, umanità e civiltà ad essi sottesi
Laudatio pronunciata all’atto di consegna della medaglia Cesare Beccaria da parte della Sociedad Internacional de Defensa Social, a Salamanca, il 4 ottobre 2018
Laudatio pronunciata all’atto di consegna della medaglia Cesare Beccaria da parte della Sociedad Internacional de Defensa Social, a Salamanca, il 4 ottobre 2018