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ISSN 2611-8858

Temi

Prova scientifica

Il disaccordo tra gli esperti nel processo penale: profili epistemologici e valutazione del giudice?

Il problema del disaccordo tra gli esperti chiamati a testimoniare nel processo sta assumendo una rilevanza sempre maggiore nella prassi giuridica, di riflesso al ruolo spesso determinante che le conoscenze di tipo specialistico svolgono in sede probatoria. Di fronte a disaccordi di questo tipo, il giudice non è in grado di valutare in modo competente le informazioni contrastanti fornite dagli esperti, esponendosi così al pericolo di compiere scelte epistemicamente arbitrarie. Il saggio si propone di contribuire alla soluzione di questo problema traendo spunto dall’epistemologia del disaccordo, un ambito di ricerca oggi in rapido sviluppo che esamina gli effetti del disaccordo sull’affidabilità delle opinioni esperte. In particolare, il saggio distingue quattro tipi di disaccordo epistemico che possono sorgere nel processo ed esamina criticamente la proposta di ricorrere al principio di maggioranza per fornire ad essi una soluzione. Il saggio individua poi i criteri che il giudice dovrebbe adottare per valutare le testimonianze contrastanti degli esperti e le condizioni alle quali i disaccordi epistemici giustificano l’insorgere di un ragionevole dubbio con riguardo all’attribuibilità oggettiva o soggettiva del fatto all’agente.

Spunti per una riflessione sul rapporto fra biometria e processo penale

Lo scritto si propone di offrire una panoramica dei caratteri principali della disciplina biometrica e di alcune problematiche emergenti dalla sua applicazione nel processo penale: a partire da necessarie precisazioni terminologiche si passerà all’esposizione del metodo biometrico corredato dalle relative misure di accuratezza che i vari sistemi di riconoscimento possono presentare in livelli differenti. Ci si prefiggerà altresì di illustrare le più diffuse tecnologie di identificazione e autenticazione tra cui le impronte digitali, il riconoscimento del volto, la misurazione dell’iride e della retina, la voce, l’andatura e la prova genetica. Tali sistemi biometrici presentano sicuri vantaggi applicativi non solo in ambiti privati (dall’accesso a determinati luoghi al godimento di vari servizi) ma anche nell’ambito processuale penale, in termini investigativi e probatori. Dopo aver fatto cenno allo “stato dell’arte” della prova scientifica, si focalizzerà l’attenzione su alcune possibili criticità emergenti dal rapporto fra la scienza biometrica e il processo penale. In primis, si rileva una confusione terminologica, dettata dall’assenza di una definizione unica, tanto in letteratura quanto in giurisprudenza, dell’aggettivo “biometrico”. In secondo luogo, ad oggi non vi sarebbero ancora risultati univoci in termini di affidabilità di tali tecniche di riconoscimento e una riflessione complessiva va avviata con riguardo alla compatibilità con i principi costituzionali e le garanzie processuali.

The Reliability of Fingerprint Evidence

Una questione importante nella scienza forense è capire se il metodo scientifico sia stato applicato in modo affidabile ai fatti. Nel 2017, una Corte d'Appello del North Carolina ha assunto una peculiare decisione: la Corte ha ritenuto che fosse un errore ammettere le impronte digitali come prova in un procedimento penale. Ventisei analisti forensi, statistici e ricercatori hanno sottoscritto un amicus curiae, chiedendo un esame più approfondito in relazione all'affidabile utilizzo delle impronte digitali e delle altre prove scientifiche. L'obiettivo era quello di rimarcare alla Corte Suprema dello Stato che solo il lavoro degli esperti, applicato in modo affidabile ai fatti, dovrebbe essere ammesso al processo. L'articolo descrive come possono essere pronunciate condanne errate quando i metodi forensi sono mal applicati ai casi criminali. Venerdì 21 settembre 2018, la Corte Suprema dello Stato ha rifiutato la revisione.

Iudex peritus peritorum

Nel dibattito sulla prova specialistica, in particolare scientifica, si evoca spesso una formula, “Iudex peritus peritorum”, per rendere l’idea dell’autonomia valutativa riservata al giudice anche in questa sfera. Tuttavia, non solo l’idea si particolarizza in varianti molteplici e difficili da discernere, ma neppure è chiaro quali di esse siano compatibili con l’epistemologia giudiziaria accolta nel nostro sistema penale. Il presente saggio tenta di affrontare entrambi i problemi. Dopo aver illustrato le grandi articolazioni del ragionamento probatorio specialistico, nonché i principali modi in cui il giudice può contribuire al suo svolgimento, esso sottopone a critica questi ultimi, considerati come altrettante immagini del iudex peritus peritorum.

La prova del DNA nella pronuncia della cassazione sul caso Amanda Knox e Raffaele Sollecito

Nell’annullamento della condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito un ruolo centrale è stato assunto da alcune questioni connesse alla interpretazione delle tracce di DNA. L’articolo si focalizza su alcuni passaggi della sentenza della Corte di Cassazione, con specifico riferimento all’utilizzo e alla valutazione della prova genetica.

La prova dell’alterazione alla guida: una comparazione tra Italia e Germania

Il presente contributo è il frutto di un lavoro di confronto tra la disciplina italiana e quella tedesca in materia di accertamento processuale dei reati di guida in stato di ebbrezza ed alterazione da droghe. Il parallelo muove dall’esame della normativa straniera, alla quale l’autrice giustappone quella interna, ravvisando man mano analogie e differenze. La diversa visione prospettica offre numerosi spunti di riflessione su temi spesso trascurati dal giurista italiano, due dei quali toccano punti nevralgici del processo penale: l’estensione accordata alla tutela del diritto contro le autoincriminazioni rispetto alle prove non dichiarative, da un lato; le regole di esclusione e valutazione della prova c.d. scientifica, dall’altro.

Accertamenti tecnici ed elemento soggettivo del reato

Il presente contributo si prefigge lo scopo di sottoporre alla riflessione giuridica il tema della consulenza tecnica (psicologico-forense) sull’elemento soggettivo del reato. L’analisi cercherà di distinguere le problematiche teoriche (circa lo specifico costrutto psicologico oggetto di indagine scientifica) da quelle metodiche e strumentali (relative alle possibili tecniche di applicazione). A tal fine si riporterà una breve casistica di consulenze che, ad avviso degli autori, sono già collocabili (anche se forse inconsapevolmente) all’interno di tale ambito di accertamento tecnico.