Dopo un periodo di sperimentazione, la pistola elettrica taser entrerà a far parte della dotazione stabile delle nostre forze di polizia. L’Autrice, ripercorsa l’esperienza degli Stati Uniti, in cui l’impiego di questo genere di arma ha mostrato tutti i suoi limiti, e ricostruita la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sull’uso eccessivo della forza da parte dello Stato, e in particolare sull’utilizzo del taser, esprime i suoi dubbi sulla tenuta costituzionale e convenzionale della disciplina che lo ha introdotto.
L’articolo esamina i limiti e le problematiche, in termini giuridici ed operativi, che pone il ricorso alla scriminante contenuta nell’art. 53 c.p. per disciplinare l’uso della forza da parte dei pubblici ufficiali. Per superare tali limiti e problematiche, l’articolo propone di integrare la scriminante de quo in via amministrativa con un corpus di regole di condotta, approvate dalle istituzioni interessate, tra le quali inserire regole tattiche compilate sulla falsariga delle regole d’ingaggio militari. Nell’illustrare i pregi di un tale approccio, l’articolo dimostra come esso discenda dai principi elaborati dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e dalle Nazioni Unite.